social network e licenziamento

SOCIAL NETWORK E LICENZIAMENTO

Il mondo è cambiato lo sappiamo tutti ormai!

Oggi con gli amici non si parla più soltanto al bar ma si usano i social network per condividere esperienze, emozioni, abitudini, opinioni, sfoghi o disappunti verso qualcosa o qualcuno.

Quello che prima veniva custodito gelosamente tra  le  mura domestiche o che si preferiva condividere solo con una ristretta cerchia di persone, come ad esempio le foto di famiglia, oppure mantenere riservato ad un numero limitato di individui, pensiamo a particolari abitudini, orientamenti religiosi o persino sessuali, oggi viene apertamente diffuso sui social, sottoponendolo ad un pubblico potenzialmente illimitato e rinunciando di fatto alla tanto agognata privacy che a volte si richiama a spada tratta.

Ma cosa c’entra tutto questo con il rapporto di lavoro?

Attraverso l’utilizzo dei social network oggi il datore di lavoro può entrare in possesso di numerose informazioni relative ai propri dipendenti e sempre più spesso,  negli ultimi anni,   ci si pone il problema se una particolare condotta extra lavorativa di un dipendente, di cui il datore venga a conoscenza attraverso l’utilizzo dei  social, possa rappresentare un giustificato  motivo di licenziamento.

Come si dovrebbe comportare il titolare di una scuola privata che visualizzi la pagina facebook  di una maestra dipendente della propria struttura, in cui pubblica sistematicamente  foto in cui viene ripresa durante il consumo di sostanze stupefacenti, oppure si mostra in abiti o lingerie particolarmente succinte corredate da  atteggiamenti  e frasi ammiccanti verso i visitatori?

Ovviamente una cosa del genere, potrebbe legittimamente destare qualche preoccupazione da parte del datore di lavoro sul fatto che tali contenuti potrebbero in qualche modo ledere l’immagine della propria struttura  e ingenerare dei dubbi da parte dei genitori degli alunni circa la frequentazione o meno di quella scuola con quella determinata maestra.

Al riguardo, gli studiosi e la giurisprudenza segnalano da sempre che la fiducia è il presupposto fondamentale del contratto di lavoro, con la conseguenza che, se viene meno anche a fronte di condotte tenute al di fuori dell’ambito lavorativo, non c’è spazio per la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro.  

Molti ricorderanno ad esempio la vicenda della docente Lavinia Flavia Cassaro che fu licenziata per aver gridato alle forze dell’ordine, durante una manifestazione, la frase “Fascisti, dovete morire”.

Il tribunale di Torino ha infatti respinto il ricorso presentato dalla maestra che impugnava il licenziamento, giudicando la condotta della docente, seppure non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica, in contrasto con i doveri inerenti la funzione educativa, arrecando grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione.

Oppure cosa dovrebbe fare il datore di lavoro che scopra che un proprio dipendente pubblichi su facebook commenti o frasi denigratorie nei confronti dell’azienda di cui fa parte?

Sembra ormai consolidato l’orientamento giurisprudenziale in base al quale il pubblicare sui social network, come ad esempio Facebook,  immagini e commenti di natura offensiva nei confronti del datore di lavoro o suoi dirigenti è da ritenersi un comportamento disciplinarmente rilevante e quindi, ovviamente a seconda della gravità dei casi, sottoponibile alla massima sanzione, ossia il licenziamento.

La Corte di Cassazione infatti in una recente sentenza ha confermato il licenziamento di un dipendente che aveva appunto postato su Facebook foto ed immagini offensive nei confronti della società datrice di lavoro.

Per i motivi appena descritti se un tuo dipendente dovesse usare i social media in maniera così spregiudicata da ledere gli interessi della tua impresa, oppure assumere condotte extra lavorative, diffuse peraltro sul web, tali da compromettere la fiducia che riponi nei suoi confronti, o ancor di più arrecare pregiudizio nonché un danno d’immagine alla tua impresa, sappi che in qualche modo   potrai far valere i tuoi diritti.

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